La fondatrice, Suor Elisabetta, si reca a Parigi per subire una dolorosa operazione al petto. Il dottor Dubois, il chirurgo di corte che la prende in cura, rimane profondamente ammirato dal suo eroico coraggio nel sopportare il terribile intervento con la sola forza del Crocifisso stretto nella mano. Turbato e commosso, ne parla alla corte del re Luigi XVIII. Molte Dame vogliono conoscere Elisabetta durante la sua convalescenza nella capitale e si rendono disponibili a sostenere le sue opere in favore dei poveri, attratte dal fascino e dalla modestia di questa umile Suora.

Tra le benefattrici vi è Maria Carolina di Borbone (1798-1870), che diverrà Duchessa di Berry sposando il figlio minore del futuro re Carlo X. Suor Elisabetta la incontrerà più volte alle Tuileries e a Parigi, in Rue de Sèvres, e diventerà amica anche di sua figlia, Luisa Maria Teresa (1819-1864), che fin da piccola è nominata Presidente delle giovani Tesoriere per le opere di beneficienza. Quando, nel 1830, una nuova rivoluzione manderà in esilio i Borbone, la Duchessa di Berry resterà in contatto con le Suore, alle quali ogni anno farà giungere offerte per le loro attività caritative.

Nel dicembre 1847, alla morte di Maria Luigia d’Austria, vedova di Napoleone Bonaparte, Duchessa di Parma dal 1815, il Ducato torna ai Borbone. Luisa Maria, che ha sposato Carlo III di Borbone erede del Ducato, ne diventa la sovrana. Sinceramente attenta ai bisogni del suo popolo, già dal 1849 chiede che le Figlie della Croce vengano nella sua nuova patria, ma la situazione politica in Italia è in fermento e dalla Francia si temporeggia…

Aprile 1851. Le prime sei Suore arrivano a PARMA. La casa che deve accoglierle non è pronta e, per i primi tempi, sono ospitate dalla dame Orsoline. Nel 1854 entrano in possesso di una casa in Via Romagnosi con l’annesso Oratorio di S. Carlo, costruito nel 1616. Da qui il nome popolare di “Suore di S. Carlo” trasmesso fino ad oggi. La Croce segna gli inizi della fondazione: nei primi mesi dal loro arrivo a Parma, tre Suore si ammalano e muoiono… ma altre arriveranno dalla Francia.

La prima attività loro affidata è l’educazione dei bambini del ceto popolare negli Asili infantili della Ghiaia. Questa missione offre un contatto immediato con la popolazione di Parma. La formazione umana e cristiana dei piccoli, delle famiglie e delle maestre laiche diventa una priorità. Due anni dopo, nel 1853, cominciano a funzionare anche la 1° e 2° classe elementare, gratuitamente per i poveri, insieme a corsi a pagamento. Si svolgono anche corsi di lingua francese e si apre un laboratorio per avviare le fanciulle al lavoro.

Il 26 marzo 1854 il Duca Carlo III viene pugnalato in Strada S. Lucia, ai piedi dei gradini della chiesa, e il giorno seguente muore. Luisa Maria diventa la reggente del Ducato al posto del figlio Roberto di appena sei anni. Le ingerenze dell’Austria continuano ad essere forti e l’eredità lasciata dal marito è pesante: problemi di politica estera, dissesto finanziario, economia scarsamente competitiva, mancanza di lavoro, povertà diffusa. La Duchessa, supportata da abili collaboratori, non si perde d’animo, dimostrando una indubbia capacità politica. Dopo una prima fase di forte repressione, caratterizzata da una pressante presenza austriaca, segue un periodo di ritrovata serenità: si attuano positivi interventi a favore dell’economia, dell’istruzione pubblica e dell’assistenza sociale. Ma è solo la quiete che annuncia la tempesta: tutto questo non serve a placare i venti di rivolta che sfociano nei disordini del 22 luglio 1854.

1855. Una parentesi nell’attività educativa è quella causata dal colera. Le suore si prodigano senza sosta nella cura degli ammalati tanto che, alla fine dell’epidemia, vengono decorate con una medaglia d’argento dalla Duchessa Luisa Maria, che vuole ospitarle nella sua Villa del Ferlaro a SALA BAGANZA per farle riposare.

La presenza delle Suore fa nascere nella popolazione il desiderio di aprire anche a Sala Baganza una comunità. Nel 1856 ha inizio il Collegio S. Andrea, che rimarrà a Sala fino al 1881 (quando si trasferrirà a Parma nei Guasti di S. Cecilia da cui prenderà nome). A Sala, grazie ad un lascito della contessa Politi, viene aperto un orfanotrofio, che ospita subito 15 bambine.
Già dal 1856 alcune ragazze chiedono di diventare Figlie della Croce. Il Vescovo di Parma vorrebbe aprire un noviziato nella sua diocesi, ma la Congregazione decide di mantenerne uno solo nella Casa Madre. Le giovani partono, quindi, per La Puye e, dopo il periodo della formazione, nel 1861, alcune di loro fanno ritorno in Italia, altre sono inviate nelle comunità di Francia.

Sempre nel 1856 un’altra principessa di origine francese, Adelaide Borghese de La Rochefoucauld, chiede la collaborazione delle Figlie della Croce per continuare le sue opere benefiche nella capitale, in Via dell’Arancio nel centro di ROMA.

1857. Il 5 febbraio le truppe austriache occupano la città di Parma; molti volontari partono per la guerra d’Indipendenza. Le suore sono chiamate a dirigere un orfanotrofio a SORAGNA, dove rimarranno fino al 1866.

1859. Il 1° maggio scoppiano i primi seri disordini. Temendo per l’incolumità dei suoi figli, Luisa Maria decide di lasciare temporaneamente il Ducato, affidandone la cura ad una commissione di governo. Tornerà, ma solo per pochi giorni: la Duchessa comprende il significato degli eventi, non cede alla violenza delle armi e, dopo l’esito della battaglia di Magenta, accetta le ragioni della spinta all’unità nazionale.

Con tale coraggiosa consapevolezza, il 9 giugno, prima di lasciare definitivamente la città, firma il suo proclama di addio, dichiarando di “riserbare pieni ed illesi” i suoi diritti e rivolgendo alla cittadinanza un ultimo e commosso saluto: “dappertutto e sempre mi rimarrà grata nel cuore la memoria di Voi“.

Il giorno seguente è abrogato lo stato d’assedio e la commissione di governo annuncia che le truppe austriache si sono ritirate. Sulla Cittadella è fatto sventolare il tricolore. Il 15 settembre viene dichiarata decaduta la dinastia borbonica e Parma entra a far parte delle province dell’Emilia, rette da Carlo Farini. Nel 1860, con un plebiscito, il Ducato passerà al Regno di Sardegna, e quindi al Regno d’Italia.
Luisa Maria morirà il 1° febbraio 1864, a soli 44 anni, a Venezia nel Palazzo Giustiniani, assistita fino all’ultimo istante dalle Suore che tanto aveva beneficato, fatte pervenire da Parma dalla principessa Margherita, sua figlia.

In questi tempi di turbolenza e di incertezza, sotto la dittatura Farini, gli Asili avevano cessato di funzionare, ma per l’intervento del Provveditore agli studi, il conte Filippo Linati, le Figlie della Croce possono ben presto riaprirli, affiancandoli con scuole di lavoro e corsi di educazione sia per le fanciulle povere che per quelle più benestanti.

1896. Inizia a TRAVERSETOLO l’attività educativa del Collegio “Nostra Signora del Sacro Cuore”.

1902. A Parma viene aperta la casa di S. Domenico (nei pressi dell’attuale Teatro Pezzani, dove resterà fino al 1949) per accogliere le ragazze orfane che da Sala Baganza vengono in città per studiare o per imparare un lavoro che permetterà loro di vivere dignitosamente.

1932. Il completamento del Lungoparma, che doveva allacciare il piazzale della Stazione ferroviaria al Ponte Dattaro, comportò vasti lavori di demolizione in Via Romagnosi, che compresero l’Oratorio di S. Carlo e la casa delle Figlie della Croce.

Non era facile trovare una sede adatta per accogliere tutte le attività avviate. Fu l’ultimo discendente dei Sanvitale, l’ing. Giovanni, ad offrire l’opportunità di acquistare il Palazzo di questa nobile famiglia, già disabitato da anni.

Palazzo Sanvitale, uno dei più vasti e antichi della città, ricostruito nella forma attuale verso la metà del XVIII sec., ad opera dell’architetto Angelo Rasori, era stata una magnifica sede di vita principesca e di feste mondane. Le Figlie della Croce vi si trasferiscono nel settembre 1932 e vi rimarranno fino al 1978. Il Palazzo si trasforma in un cantiere di molteplici attività educative e formative: scuola materna, elementare e magistrale, scuola di lavoro, corsi di francese e di pianoforte.

Fioriscono inoltre attività ricreative, culturali e di formazione cristiana. Nel Palazzo trova sede l’Azione Cattolica per l’Opera degli Esercizi Spirituali.

Arrivano gli anni della seconda guerra mondiale. Le Suore accolgono nel pensionato alcune fanciulle scampate dalla distruzione di Cassino e si prodigano per gli sfollati.

 

25 aprile 1945. Durante un bombardamento, sette Suore rimangono uccise sotto le macerie; un’altra morirà l’anno seguente per le ferite riportate. Anche Palazzo Sanvitale viene gravemente danneggiato.

A partire dall’anno scolastico 1948-49 le giovani studenti accolte nel Collegio di S. Cecilia si trasferiscono nel Palazzo Sanvitale e la casa di S. Cecilia viene adibita a Scuola di artigianato.

Nel 1943 e 1945 vengono aperti gli asili di Basilicanova e di Vigatto.

Nel tempo ci saranno altre presenze: a Mamiano, Lesignano Bagni, Neviano degli Arduini, Fornovo.


OGGI

Cerchiamo di rispondere all’emergenza educativa, riservando un’attenzione particolare ai giovani e alle famiglie immigrate nel nostro Progetto educativo. Siamo presenti a:

Sala Baganza e Langhirano con la Scuola per l’Infanzia;

Traversetolo con l’Istituto Tecnico “Comunicazioni Internazionali per Marketing” (in cooperativa sociale onlus con gli insegnanti);

Parma con un Pensionato Universitario. Rimane una priorità la collaborazione nella pastorale parrocchiale e negli organismi diocesani.

Ovunque cerchiamo di renderci presenti, in modo semplice e quotidiano, alle persone anziane e ammalate, nelle case di riposo e a domicilio. In particolare, a Corniglio le suore sono a tempo pieno a servizio delle parrocchie della zona montana e della pastorale sanitaria.

Una scelta fondamentale della Congregazione è quella di promuovere il popolo di Dio in tutte le nostre attività missionarie. Per questo cerchiamo di essere di sostegno e di incoraggiamento ai laici, condividendo con loro il nostro carisma, perché prendano sempre più coscienza della loro vocazione battesimale e diventino corresponsabili nella missione.