Si firmava sempre per esteso « Suor Maria Laura Figlia della Croce » ed era fiera di questo titolo.

Il carisma ha trovato in lei il buon terreno e i frutti non si sono fatti attendere, fino a raggiungere il cento per cento quella sera del 6 giugno 2000, quando ha detto – con la sua vita – la parola di amore che viene dalla Croce.

Suor Maria Laura spiegava così il nome che portava:

« Figlie della Croce ci chiamiamo, proprio perché nate in un periodo di sofferenza e di buio, alla fine della Rivoluzione francese, e la Croce sola poteva portare luce e speranza ».

La Congregazione delle Figlie della Croce è nata nel 1807 in Francia, nella diocesi di Poitiers. I suoi Fondatori – S. ANDREA UBERTO FOURNET e S. GIOVANNA ELISABETTA BICHIER DES AGES – sono stati canonizzati rispettivamente nel 1933 e nel 1947.

Lo scopo delle Figlie della Croce è quello di « ripresentare la vita di Nostro Signore e la semplicità del suo Vangelo… al servizio di Dio e dei poveri, con ogni specie di buone opere » Regola di vita.

Il nome Figlie della Croce dice il radicamento nel mistero di Cristo, che deve ispirare tutta la loro vita: « Gesù, Verbo incarnato, si è dato per noi fino alla morte in Croce. Noi ci mettiamo alla sua scuola » Regola di vita.

Suor Maria Laura ha accolto questo carisma, consegnato ai due Santi Fondatori per l’edificazione della Chiesa, e lo ha arricchito della novità dello Spirito in lei.

Non è facile tratteggiare la spiritualità di suor Maria Laura. È poliedrica.
Mons. Alessandro Maggiolini, Vescovo di Como, ha detto di lei: « …l’essere e l’agire di suor Maria Laura non si spiegherebbe senza una comunione pronfonda e quasi un nascosto ma realissimo affondamento nel terribile e soavissimo Mistero di Dio. Tolta la contemplazione, negata una dipendenza amorosa e intensa da Dio, non si capirebbe nulla della vita di questa suora: né il suo sorriso, né la dolcezza vigorosa con cui accostava le persone, né la capacità di regalare pace e di infondere speranza ».

 

Restia a parlare di sé, suor Maria Laura si lasciava sfuggire, di tanto in tanto, soprattutto con le suore con le quali era più in confidenza, delle espressioni molto eloquenti, che esprimevano chiaramente l’intensità del suo rapporto con Dio e il suo desiderio di trasmetterlo a quelli che avvicinava.

In occasione di un incontro vocazionale al Santuario della Madonna di Gallivaggio, le era stata chiesta una testimonianza: le sue parole ci rivelano gli aspetti fondamentali del suo cammino spirituale:

« Alcune costanti mi hanno sempre accompagnata:

– una gioia profonda, al di là delle inevitabili difficoltà del cammino nella vita personale e comunitaria;

– la certezza di una Presenza, quella del Cristo Risorto che, incarnata nella mia storia quotidiana, mi ama, mi perdona, mi rinnova e non mi abbandona mai;

– l’amore per ogni persona, come tale e in quanto incarnazione del Cristo, particolarmente per i piccoli, i giovani, i meno amati ».