Da quel 6 giugno 2000 Suor Maria Laura ha iniziato a proclamare ad alta voce ciò che celava nel cuore: il senso della vita è nell’amore, nel dono di sé perché altri abbiano la vita.

È stato detto di lei: “Mettetela sugli altari e buttatela in mezzo al mondo, in mezzo ai giovani; raccontatela, fate vedere cos’è l’aiuto… Io penso che questa suora sia un ottimo testimonial”.

Mentre nelle aule del tribunale, avvocati, giudici, esperti, psichiatri, psicologi si attardavano in fascicoli, perizie e udienze, gli operatori della carità, della pastorale e del sociale non hanno perso tempo e hanno raccolto la sua preziosa testimonianza.

Molti progetti, nati dopo la sua morte, portano il nome di suor Maria Laura e sono sorti per un moto spontaneo sempre esterno alla Congregazione della Figlie della Croce. Esprimono il desiderio di perpetuare il ricordo e lo spirito evangelico di amore e di perdono che ha caratterizzato la sua vita e la sua morte.

Questi progetti si pongono la finalità di promuovere speranza e vita, di prolungare lo spirito di quella donna straordinaria: essere presenza di umanità e di fede.

A Chiavenna

  • Fondazione “Suor Maria Laura” (fine 2001)
  • Scuola materna “Suor Maria Laura” (settembre 2002)
  • Centro socio caritativo “Suor Maria Laura” (fine 2002)
  • Premio triennale chiavennasco (dicembre 2002)
  • Dedica del libro “Santuari mariani in Valtellina e Valchiavenna” (2001)
  • Targa ricordo sulla Croce, piantata sul monte Groppera (25 agosto 2001)

IN ITALIA

A chi per difendere la vita nascente non ha esitato a esporre la propria, sono intitolare diverse iniziative legate alla protezione della vita:

  • a Casale Monferrato (AL), il 16 giugno 2001, il Movimento per la Vita le dedica una nuova sede;
  • da Moncalvo (AT), il 29 maggio 2001, Radio Maria le dedica una trasmissione, sollecitata dal Centro di aiuto alla Vita di Casale Monferrato;
  • a Milano viene consegnato in sua memoria il Premio “Rosa Camuna 2002”, che il Presidente della Regione Lombardia assegna a donne lombarde che si sono particolarmente distinte;
  • a Sala Baganza (PR), il 15 giugno 2003, viene inaugurata la Casa di accoglienza “Suor Maria Laura” del Centro di aiuto alla vita di Parma, che coinvolgerà nel tempo molti volontari della zona.

  • a Chiavenna il busto in marmo di Carrara

Perché una statua a Suor Maria Laura

Dopo il riconoscimento a San Luigi Guanella con la posa della statua nel giorno della sua canonizzazione, la statua di Suor Maria Laura è doverosa per svariatissimi motivi.

La tragedia del Suo martirio ha segnato una città, una comunità di cui gran parte ha avuto la sua formazione cristiana proprio nel luogo dove lei ha operato fino agli ultimi giorni della sua vita.

Questa tragedia ha segnato ancor più profondamente perché le famiglie delle ragazze erano ben conosciute e in tutti è nata la domanda, come e perché è successo; cosa non abbiamo fatto che si poteva fare.

Un po’ colpevoli lo siamo tutti.

La statua a Suor Maria Laura è posta in un angolo, alla vista di tutti quelli che entrano nell’ex Istituto Figlie della Croce.

La statua perché oggi, al di là che questo edificio emana spiritualità da ogni parte, è sede di un Ente di Valle e la presenza forte di questa statua ha il compito di indurci in una continua riflessione sulla pochezza della nostra comunità e sull’immenso sacrificio di Suor Maria Laura.

                                                                                                                                                                                                           Mario Pighetti

Artista dell’opera

Nicolas Viry è l’artista francese che dopo aver lavorato a Carrara, come molti sanno, ha vissuto anche in Valchiavenna. È uno scultore elegante e misurato, in una parola “fine”. Le sue opere raffigurano ciò che i soggetti da rappresentare restituiscono ogni volta alle sue mani, alla sua mente e soprattutto al suo sentire. Le sue sculture raffigurano la psicologia, il carattere, la fragilità, la forza dell’essere umano colto nella sua storia e caratterizzato da una scelta di vita. La scultura di Viry, insomma, è una specie di corto circuito fra la voce muta del soggetto da rappresentare e la sua anima.

È un dialogo lento e silenzioso, intimo.

Da questo dialogo è emerso anche il volto di Suor Maria Laura, cui l’artista si è dedicato non solo con l’abilità che lo contraddistingue, ma anche con quella passione che solo un battito del cuore può donare a tutte le cose rendendole davvero vive, nel presente come nell’eternità.

È questo il tentativo dell’artista.

È questo lo sforzo che anche in questo singolare ritratto di Suor Maria Laura ha compiuto lo scultore Nicolas Viry: rintracciare la bellezza della vita – anche dove questa sembrava essere svanita – e restituirla agli altri. 

                                               

 

ALL’ESTERO

In Costa d’Avorio, dove sono presenti le Figlie della Croce a servizio dei più poveri, le è stato dedicato un padiglione nella struttura ospedaliera per malati mentali.

In Romania, a Bucarest, la signora Marina Fara, animatrice del Centro Life and Family, ha dedicato ampio spazio alla sua figura sulla rivista Actualitatea Crestina.

Le Suore guanelliane, impegnate ad affrontare l’alto tasso di mortalità infantile a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie, hanno creato un Centro di Aiuto alla Vita che porta il nome di suor Maria Laura.

In Argentina, sul foglio della Liturgia dominical, è presentata ai fedeli la figura di suor Maria Laura.

Dalla Diocesi di Guayaquil, in Ecuador, è giunta la richiesta di inviare la biografia di suor Maria Laura per procedere alla sua traduzione e diffusione, perché aumentano le persone che vogliono conoscerla.

Le iniziative nate in suo onore non sono solo di valore civile e sociale. Da subito si è notato il fiorire di un sentimento “devozionale” nei confronti di Suor Maria Laura.

Si susseguono ininterrottamente le visite individuali e di gruppo, sia sulla tomba, sia alla Croce posta sul luogo del martirio, e prendono sempre più la forma di veri e propri « PELLEGRINAGGI ».

Si nota con piacere la presenza di diversi gruppi di giovani, che spesso lasciano sul luogo i loro ricordi, le loro preghiere e riflessioni.

Sul notiziario della Parrocchia S. Lorenzo di Chiavenna, il parroco don Ambrogio è attento a pubblicare l’elenco di questi gruppi e comitive:

“Non riusciamo, purtroppo a documentare tutte le visite… siamo in grado di segnalare solo quelle che passano anche a visitare al Collegiata di S. Lorenzo… Ormai il pellegrinaggio alla Croce di suor Laura viene inserito nel programma di molte comitive e di persone singole che vengono a visitare le bellezze naturali, storiche e artistiche di Chiavenna. Questo pellegrinaggio è chiamato in modo significativo « il sentiero di suor Maria Laura ».

In effetti, chi percorre quel pezzo di strada di via Poiatengo pensa inevitabilmente e con commozione agli ultimi istanti di vita die suor Maria Laura, alla sua tragica fine, alla forza della sua fede e al coraggio del suo perdono. Questo luogo appartato di una strada secondaria, scelto proprio a motivo della sua riservatezza e oscurità per dare la morte, diventa sempre più un luogo di speranza, di ricarica interiore, di consegna di tante croci quotidiane: un luogo di VITA.