La Congregazione, pur non essendo stata fondata esclusivamente per la missione ad gentes, è sempre stata aperta agli orizzonti vasti della Chiesa e alle sue necessità, spinta anche dalle situazioni concrete della storia.
Così, dopo l’ Argentina (1904), il Brasile (1962) e l’esperienza in Cina (1934 e terminata nel 1952 con l’espulsione delle suore sotto il regime di MaoTse-Tung), nel 1954 due comunità si stabilirono nel nord della Repubblica del Congo, allora Congo Belga. La rivoluzione politica del 1961 costrinse le suore a lasciare la missione.
Nel 1965, il Vescovo di Korhogo in COSTA D’AVORIO, dietro consiglio dei Padri di Bétharram che là avevano aperto una scuola maschile, chiedeva la presenza delle Figlie della Croce per l’educazione e la formazione delle ragazze. Venne così aperto il Collegio Ste Elisabeth per ragazze di ogni etnia e religione.
Quest’opera educativa ha dato un eccellente impulso alla promozione e alla emancipazione della donna in Costa d’Avorio. Molte ex-alunne occupano oggi posti di primo piano nella vita sociale e politica del paese e promuovono il cammino di liberazione di cui la donna africana ha ancora particolarmente bisogno.
Da alcuni anni la direttrice del Collegio è una ex-alunna laica e anche il Comitato di gestione è presieduto da un laico. Il Collegio Ste Elisabeth festeggia nel 2010 i suoi 45 anni di fondazione. Grazie a tutte le Figlie della Croce che hanno educato tante generazioni di giovani e grazie a quanti, oggi, continuano questa missione!
Ma al cuore della Chiesa giungeva incessante il “grido” di tanti poveri dispersi nella savana, raggruppati in piccoli villaggi, senza scuole e senza la minima struttura sanitaria. La Congregazione ha cercato di dare risposte concrete a questi appelli. Sono stati così aperti dispensari per la cura dei malati e centri di formazione per giovani e adulti in alcuni villaggi situati al nord della Costa d’Avorio, dove le strutture sociali sono sempre state più carenti e il clima rende più difficile la produzione, quindi, l’accesso a un minimo benessere: Dikodougou, Niellée, Gbon, Sirasso, Kombolokoura, Boniérédougou.
Nel 2000, a Korhogo, veniva inaugurato il Centro Giubileo S. Camillo per l’accoglienza dei malati mentali. In questa missione noi Figlie della Croce abbiamo riconosciuto una chiamata tutta speciale da parte di Dio, un invito a servire Cristo nei fratelli più abbandonati, dimenticati sulle strade, nella savana o incatenati a dei ceppi. Come non si stanca di ripetere Grégoire, l’ispiratore e fondatore laico di quest’opera, occorre portare su ogni ammalato uno sguardo pieno di un amore forte e vero, per scorgere in lui il Cristo sofferente da amare e servire nella sua infermità.
Fino ad oggi i malati residenti oltrepassano, in media, il centinaio. Nel Centro ricevono un’adeguata assistenza medica, ma soprattutto un’intensa “terapia” di accoglienza e di amore fraterno. Ogni angolo dei diversi padiglioni è rallegrato dall’esuberanza dei fiori e dalla vivacità dei loro colori. Gli ospiti trascorrono gran parte della giornata nell’ampio cortile. Coloro che hanno raggiunto una discreta autonomia si rendono utili, assicurando i servizi indispensabili a questa grande “famiglia”. Sono gli stessi ammalati ad occuparsi della portineria e della pulizia degli ambienti, a preparare e distribuire i pasti, lavare la biancheria, coltivare l’orto, ecc. Chi possiede dei “talenti” li mette a disposizione, come ad esempio cucire abiti o rimettere in ordine quelli malandati. Un giovane volontario, per qualche ora al giorno, si occupa dell’alfabetizzazione di coloro che sono in grado di imparare.
Non è raro l’arrivo di persone gravemente debilitate, che hanno patito per lungo tempo i disagi di una vita sulla strada. Qui vengono accolti, curati e accompagnati, con tutta l’attenzione e la tenerezza possibili, fino alla fine. Le loro parole di riconoscenza per le cure ricevute toccano le corde più intime di chi sta loro accanto… Nel Centro trovano accoglienza anche dei giovanissimi che, essendo soli e rimanendo sulla strada, rischierebbero scelte devianti. Per nutrire tutti occorre cibo in gran quantità… ma, quotidianamente, si fa esperienza della Provvidenza, che si manifesta in mille forme e arriva da diversi paesi (Italia, Francia, Spagna, Canada) e da tanti amici, che assicurano con le loro offerte il sostentamento. Come non esprimere la più profonda riconoscenza per tutti questi collaboratori della missione?
Dio è grande! E con Lui facciamo cose grandi: curare dei corpi, per ridare a tutti dignità, voglia di vivere e di lavorare. Sì, lavorare è uno dei passaggi più belli che permette a questi fratelli di entrare in modo nuovo nella vita. Si insegna l’allevamento, la coltura degli ortaggi, l’artigianato locale, ecc. Quanti malati sono passati dal Centro! Persone amate, curate ed aiutate ad inserirsi nel loro contesto di vita con più serenità, perché si sentono sostenute da qualcuno. Molti di loro, una volta guariti, tornano nei villaggi mentre altri decidono di rimanere per offrire il loro aiuto.
Nel 1996 le Figlie della Croce sono state chiamate ad allargare la missione a Bogandé, nel BURKINA FASO.
“Volete sapere quello che mi dà tanta gioia? E’ che ci saranno delle Figlie della Croce dappertutto: il Buon Dio le susciterà, le sta preparando…”, aveva esclamato un giorno S. Giovanna Elisabetta.
Si’, il Maestro le sta preparando! La Congregazione ha scelto oggi il Burkina Faso come “grembo” per offrire la possibilità di crescere e formarsi alle giovani africane che sentono l’appello alla vita religiosa. A questa comunità di formazione, aperta a Ouagadougou, guardano con grande attesa altre giovani provenienti dal Burkina, dalla Costa d’Avorio e dal Congo.
Dal 1807 l’albero della Congregazione ha esteso i suoi rami sempre verdi, perchè attingono alle solide radici del Carisma… e nuovi germogli di vita sbocciano un po’ ovunque!